Cartografie sociali

Descrizione dell’attività svolta nell’annata 2017

Cartografie Sociali è una rivista con cadenza semestrale, nel corso del 2017 sono stati perciò regolarmente pubblicati due fascicoli. Il primo (Anno II, n. 3, 2017), dal titolo Le metamorfosi del “paesaggio sociale”. Tra territorializzazione, prestazioni e prossimitàè stato pubblicato a maggio 2017 ed è stato curato da Stefania Ferraro ed Emilio Gardini. Questo numero di Cartografie Sociali apre una riflessione sullo stato delle politiche sociali, restituendo parte dei risultati dell’attività di ricerca svolta da URiT (Unità di Ricerca sulle Topografie Sociali, coordinata dal Antonello Petrillo, UNISOB) che, nell’ambito del PRIN (2013-2016) Oltre lo stato sociale di diritto: le professioni del welfare nella prospettiva tardo liberale(responsabile di Unità prof. Lucio d’Alessandro, coordinatore prof. Antonello Petrillo), ha indagato soprattutto contenuti, identità e rappresentazioni delle eterogenee professioni operanti nel sistema socio-assistenziale.Consapevoli che quello del Welfare è untema piuttosto praticato negli studi sociologici, abbiamo immaginato di allargareil campo “ascoltando” istanze che vengono da esperienze di studioe di ricerca diverse, italiane e straniere. Pertanto, abbiamo provato a tracciare una geografiadelle singole posizioni nel “sociale”, mantenendo sempre viva l’attenzionesulla tensione che esiste tra le istituzioni che forniscono i servizi e coloroche vi lavorano e ne fruiscono e proponendo una lettura sociologica critica rispetto a temiquali coesione sociale, innovazione sociale, management delle politiche,empowermente  iscrizione territoriale delle leggi, tra globalizzazione del mondo e de-territorializzazione dei luoghi. In questo numero presentiamo, inoltre, un’analisi relativa all’attuale ruolo del conflitto nelle pratiche e nei discorsi sul Terzo Settore, un focus sulle professioni del sociale e riflessioni sul tema delle povertà oggi, analizzando le politiche di riorganizzazione dei servizi per i senza fissa dimora e ragionando sulle distorsioni del principio di cura in Italia e sul sistema dei voucher per il lavoro domestico in Belgio. Proponiamo, poi, una panoramica di alcuni temi che faticano a stare dentro il dibattito pubblico sul sistema sociale: la questione degli scudi umani nelle guerre liberali; l’attuale condizione del trattamento sanitario obbligatorio (TSO) nel suo essere un dispositivo psichiatrico, evidenziandone sia le lacune normative sia le distorsionipratiche; le migrazioni e in particolare i centri di detenzione per migranti; le politiche di “inclusione” dei Rom; le esperienze di coesione sociale, togetherness e prossimità a Napoli. Il secondo fascicolo (Anno II, n. 4, 2017)ospita gli atti del Convegno internazionale Bourdieu/Foucault: un rendez-vous mancato?, svoltosi a Napoli l’1 e il 2 marzo 2016 presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.I contributi presenti in questo fascicolo non hanno l’obiettivo di fare giocare l’uno con o contro l’altro Bourdieu e Foucault per un mero e sterile esercizio intellettuale, bensì di tentare di comprendere in che modo tutto un insieme di riflessioni – tanto quelle che puntano maggiormente sulle affinità, quanto quelle che invece ne valorizzano le differenze – possa essere prolungato in termini epistemologici e politici,  tenendo fermo il fatto che solo una corretta messa a fuoco delle specificità del pensiero dell’uno e dell’altro può permettere di cogliere come le prospettive di entrambi abbiano affrontato tanto i problemi o gli oggetti di indagine della propria epoca, quanto quelli del nostro presente, rispetto ai quali i loro strumenti di analisi possono ancora essere utilizzati. Pertanto, con questo fascicolo si vuol condividere il proposito di discutere, problematizzare e prolungare le riflessioni di due figure fondamentali del pensiero filosofico e sociologico contemporaneo che, per le loro singolari modalità di discorso sulla critica storica del potere e del dominio, costituiscono un punto di riferimento per tante ricerche, invitando a “fare scienze sociali” in modo diverso.Provando a colmare la mancanza di analisi in grado di rendere organicamente conto del rapporto tra Bourdieu e Foucault, ci è sembrato importante aprire tra di essi uno spazio di confronto, esplorandolo mediante uno studio dettagliato del loro pensiero a partire da una molteplicità di angoli di attacco. In questo fascicolo proviamo, dunque, ad attraversare, ma allo stesso tempo ad oltrepassare, tanto campi del sapere delimitati da rigide identità disciplinari, quanto quadri metodologici dogmaticamente prefissati propri degli irrigidimenti dei saperi.

 

Indice dei numeri pubblicati nell’annata 2017

• Le metamorfosi del “paesaggio sociale”. Tra territorializzazione, prestazioni e prossimità, a cura di Stefania Ferraro ed Emilio Gardini; Anno II, n. 3, maggio 2017.

Editoriale: Lo stato delle politiche sociali. Spazi, soggettività e criticità delle logiche di intervento

di Stefania Ferraro e Emilio Gardini

MAPPE

L’individu modulaire – I

De la socialité directe à la socialité institutionnelle

di Michalis Lianos

L’individu modulaire – II

Egocentrisme compétitif et déficit social

di Michalis Lianos

Quale sociale nelle politiche sociali?

di Lavinia Bifulco

L’innovazione sociale: an old neoliberist wine in new bottles?

di Giulio Moini

Istituzioni psichiatriche e riformismo. Sull’attualità della teoria di Robert Castel

di Daniele Pulino

ROTTE

L’iscrizione territoriale delle leggi

di Alain Supiot

Una “società armoniosa”? Il posto del conflitto nelle pratiche e nel discorso sul Terzo Settore

di Sandro Busso e Enrico Gargiulo

Espressioni di ruolo. Analisi etnografiche sulle interazioni tra professionisti in un centro di salute mentale

di Emilio Gardini

Le trasformazioni del welfare in Umbria attraverso l’esperienza dei promotori sociali: dalla promessa dell’assistenza integrata alla fatica della cura nei territori

di Massimiliano Minelli e Veronica Redini

In nome della dignità. La riorganizzazione dei servizi per le persone senza dimora a Bologna

di Maurizio Bergamaschi

Da badanti a senza fissa dimora. Politiche di governo della povertà e distorsioni del principio di cura

di Stefania Ferraro

Le politiche degli scudi umani: sulla risignificazione dello spazio e la costituzione dei civili come scudi nelle guerre liberali

di Neve Gordon e Nicola Perugini

RILIEVI

The new welfare in the domestic work sector: who benefits from the voucher service system in Brussels?

di Beatriz Camargo

TSO: previsioni e prassi di un dispositivo psichiatrico

di Elena Cennini

Orizzonti spinati. I centri di detenzione per migranti

di Dario Stefano DellAquila e Antonio Esposito

Il decentramento della strategia nazionale d’inclusione dei rom: un cammino incerto

di Luciana De Pascale

Coesione sociale, togetherness, prossimità: cosa si può imparare dal caso di Napoli

di Enrica Morlicchio

WUNDERKAMMER

Cartografia delle pratiche di mutuo soccorso e autogoverno a Napoli

di Fabrizio Greco

L’esperimento del Rojava. Autorganizzazione e internazionalismo

di Filomena Romeo

TRAVELOGUES

New public managment e ambiente: quali gap?

di Giuseppina Della Sala

Etnografia politica per la sostenibilità dell’acqua

di Rinaldo Mattera

Bourdieu/Foucault: un rendez-vous mancato?, a cura di Gianvito Brindisi e Orazio Irrera; Anno II, n. 4, novembre 2017.

Introduzione

di Gianvito Brindisi e Orazio Irrera

Il discorso della filosofia fra Bourdieu e Foucault

di Pierpaolo Cesaroni

Du discours à la pratique

di Jean-Louis Fabiani

L’irrequietezza delle possibilità. Appunti sulla meccanica delle forze in Bourdieu e Foucault

di Ciro Tarantino

Al di là e al di qua di Spinoza: oggetto e posture dell’intelligere in Bourdieu e Foucault

di Antonello Petrillo

Foucault, Bourdieu et la sociologie de la philosophie. À propos des leçons sur la volonté de savoir

di José Luis Moreno Pestaña

Il potere del sapere: il sistema d’istruzione superiore nell’(auto)critica di due “eretici consacrati”

di Eleonora de Conciliis

L’effetto Manet. Foucault e Bourdieu tra epistemologia della pratica pittorica e gesto critico

di Ilaria Fornacciari

Gettati nell’ordine. Appunti su assoggettamento e soggettivazione in Bourdieu e Foucault

di Gabriella Paolucci

Corps, sexe et genre. Un dialogue impossible entre Bourdieu et Foucault?

di Philippe Sabot

La forza delle parole. Bourdieu, Foucault e il soldato impossibile

di Daniele Lorenzini

Dall’habitusall’ethos

di Orazio Irrera

Sociologia e genealogia delle classificazioni giudiziarie. Bourdieu e Foucault a confronto

di Gianvito Brindisi

Le peripezie dello Stato tra Foucault e Bourdieu

di Clara Mogno

Foucault et Bourdieu: à chacun son néolibéralisme?

di Christian Laval

 

 Segnalazione dei punti di forza dell’annata 2017

Il numero Le metamorfosi del “paesaggio sociale”. Tra territorializzazione, prestazioni e prossimitàha come punto di forza l’originalità della prospettiva di analisi, che affronta le complesse tematiche del sistema sociale a partire dall’analisi di casi concreti e di biografie di donne e uomini, allargando il campo di indagine anche a temi complessi e “imbarazzanti” rispetto a tutto ciò che si definisce Welfare State, quali la psichiatria e le migrazioni. È un numero articolato che restituisce le esperienze di una ricerca triennale, caratterizzata da intense attività di confronto con giovani studiosi, professionisti e accademici nazionali e internazionali.

Il numero Bourdieu/Foucault: un rendez-vous mancato? ha come punto di forza il fatto che, a partire dal convegno internazionale svoltosi a Napoli l’1 e il 2 marzo 2016, si è costituito un tavolo di confronto di accademici e giovani studiosi che “ripartono” insieme dalla consapevolezza che Bourdieu e Foucault, al di là dei loro silenzi e delle loro critiche, hanno in fondo sviluppato le proprie riflessioni su campi di problematizzazione teorici e storico-politici spesso non troppo distanti tra loro: che si tratti dei rapporti tra soggettivazione e campo sociale, della rimessa in discussione politica dei saperi e delle istituzioni, del ruolo dell’intellettuale rispetto alle lotte e alle contraddizioni dell’attualità, queste prospettive sono oggi più che mai necessarie per provare a restituire respiro alle scienze sociali, oramai troppo sopraffatte da logiche di quantizzazione e da prospettive positiviste. 

 

Progetti in cantiere

Sono in lavorazione i due numeri dell’anno 2018; il primo (Anno III, n. 5, maggio 2018), curato da Anna Simone e  Alberto Vespaziani, nasce a partire da una call for papersdiffusa tra le comunità di ricercatori e studiosi che da anni si interrogano sul rapporto tra diritto, arti e mutamento sociale, in Italia e all’estero. All’interno degli studi sul rapporto tra arti, diritto e mutamento sociale, infatti, abbiamo una cartografia di saperi che ormai utilizza come fonti interpretative ed empiriche l’iconografia, la letteratura, il teatro, la musica, le arti figurative e all’interno di questa cornice generale proveremo a indagare, a fotografare, ciascuna e ciascuno con il suo approccio singolare, il “mutamento sociale”, ovvero quella temporalità narrata dai linguaggi dell’arte che segna e determina il rapporto tra passato e presente, tra saperi classici e avanguardia, tra vecchi e nuovi linguaggi, tra crisi di vecchi modelli sociali e giuridici e avvento di nuove forme determinate dai grandi mutamenti di scala. Attraverso l’uso di fonti artistiche, tra opere classiche e opere contemporanee è possibile, per esempio, avvicinare il diritto al senso comune, così come attraverso l’analisi approfondita di un’opera letteraria, possiamo risignificare l’esperienza giuridica all’interno di un mutamento sociale specifico. Dalle risposte che ha avuto la nostra call possiamo certamente dedurre che la letteratura resta il campo privilegiato di riferimento per molti giuristi, ma le arti come fonti empiriche per narrare il rapporto tra diritto e società sono molteplici e si vanno via via stratificando.

Il secondo numero del 2018 (Anno III, n. 6, novembre 2018), curato daLivia De Tommasi e Daniel Veloso Hirata, proporrà una riflessione sull’attuale governo dei poveri e sui conflitti urbani in Brasile, Paese oramai liquidato come una “repubblica populista sudamericana”,dopo essere stato considerato, durante buona parte del nuovo secolo, una “potenza emergente”, una delle maggiori economie del mondo, un Paese che era riuscito a superare gli enormi tassi di povertà e a ridurre le disuguaglianze grazie a politiche sociali centrate sul reddito minimo, il sostegno all’abitazione popolare, l’urbanizzazione dei quartieri poveri e la partecipazione dei cittadini nella definizione del bilancio delle amministrazioni comunali. Obiettivo di questo numero di Cartografie Sociali, realizzato grazie ai contributi di giovani ricercatori e accademici brasiliani, sarà contribuire alla comprensione dei processi in atto con un focus analitico centrato sui fattori sociali degli ultimi quindici anni; con sguardi (di antropologi e sociologi) si proverà a mettere a fuoco i conflitti che hanno scosso il tessuto urbano, interrogando la relazione tra pratiche statali, diverse forme di gestione del territorio e esperienze dell’associazionismo e dei movimenti sociali e mostrando che l’urbano può rappresentare allo stesso tempo una prospettiva e uno spazio di articolazione tra scale analitiche e mediazioni sociali.